Tu
e il tuo dermatologo: le tecniche
diagnostiche più innovative
a disposizione dello specialista.
Lo sappiamo bene, anche se troppi
di noi tendono a dimenticarsene:
quando si tratta di perdita di capelli,
un intervento tempestivo può
fare la differenza. Ecco perché
è importante che la ricerca
scientifica lavori per aggiornare
gli strumenti a disposizione del
Dermatologo Tricologo. Il nostro
direttore scientifico, la
prof.ssa Antonella Tosti,
ci parla della videodermatoscopia
e delle sue molteplici applicazioni
per una diagnosi precoce dell’alopecia
androgenetica e delle altre malattie
dei capelli.
Prof.ssa Tosti, in cosa
consiste la videodermatoscopia e
perché è da ritenersi
più affidabile rispetto alle
tecniche diagnostiche tradizionali,
come il tricogramma?
La dermatoscopia è una tecnica
non invasiva che si avvale di un
microscopio collegato a un video
grazie a una telecamera. E’
una tecnica che consente una maggior
accuratezza diagnostica dell’alopecia,
rispetto al classico tricogramma,
che è invece basato sul semplice
calcolo numerico del rapporto dei
capelli nelle varie fasi del loro
ciclo di crescita. La videodermatoscopia,
infatti, già in uso per altre
finalità in ambito dermatologico
(per esempio per la mappatura dei
nei e l’osservazione delle
lesioni cancerose), permette di
visualizzare il cuoio capelluto
e i capelli a livelli di ingrandimento
tali da valutare un’ampia
serie di parametri, non soltanto
quantitativi (densità, distanza
tra un capello e l’altro)
ma anche qualitativi (spessore della
fibra, caratteristiche di lucentezza).
In questo modo, con l’ausilio
di un software che integra questi
dati, è possibile esprimere
un giudizio più analitico
e completo delle condizioni del
singolo individuo e studiarne l’evoluzione,
valutando parallelamente l’efficacia
degli eventuali provvedimenti intrapresi.
Quali sono i “segnali”
di una situazione a rischio che
la videodermatoscopia è in
grado di diagnosticare?
I segni dermatoscopici osservabili
a livello del cuoio capelluto includono
alterazioni vascolari, alterazioni
di colore della cute e alterazioni
del fusto dei capelli. Tipica l’alterazione
dei capillari delle papille dermiche
nei pazienti con psoriasi del cuoio
capelluto, che mostrano dilatazioni
e tortuosità caratteristiche.
I follicoli piliferi delle aree
androgeno dipendenti di pazienti
con alopecia androgenetica mostrano
spesso le cosiddette “depressioni
peripilari”, che sono indice
di infiammazione perifollicolare.
Nell’alopecia androgenetica
è altrettanto tipico osservare
una variabilità del diametro
dei fusti, criterio diagnostico
importante nelle forme iniziali
della malattia.
La pigmentazione cutanea è
alterata nei pazienti con alopecia
severe in quanto mostra segni di
danno solare. Come potete vedere,
le alterazioni del fusto sono molto
facilmente studiabili ed evidenziabili
Altri vantaggi di questa
nuova tecnica?
Un altro risvolto importante della
videodermatoscopia è il miglioramento
della differenziazione tra i vari
quadri di alopecia, che a un esame
superficiale potrebbero sembrare
del tutto simili, e la caratterizzazione
addirittura di nuove forme, come
l’alopecia areata incognita,
in cui la caduta dei capelli è
sporadica e non a chiazze, come
si osserva invece nell’alopecia
areata,.
Grazie alla videodermatoscopia,
tra l’altro, è stata
identificata negli ultimi due anni
una nuova fase del ciclo del capello,
denominata “kenogen”:
essa è caratterizzata da
un follicolo che rimane vuoto tra
la caduta del capello e la successiva
ricrescita di quest’ultimo.
La riduzione di densità dei
capelli, in alcuni casi, può
quindi dipendere dall’accentuazione
di follicoli temporaneamente vuoti.
Il massaggio in questo caso può
migliorare il problema, abbreviando
la permanenza in fase kenogen.
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